
Conversazione con Matteo Bertezzolo, CEO di Bermat, raccolta da Giuseppe Finocchiaro
Ciao Matteo. Allora, raccontaci come nasce Bermat?
Nasce fondamentalmente da un sogno di un appassionato cronico di auto, che sono io. Questo sogno ad un certo punto della mia vita l’ho declinato in un’idea che ho voluto condividere con amici, ingegneri e designer. Da questa idea è nato questo telaio che permette configurazioni a 360° per creare auto uniche destinate ad appassionati che vogliono approcciarsi a questo tipo di veicolo. Il progetto è stato poi declinato in business ed è nata Bermat, purtroppo in un periodo, a causa del Covid, non tanto facile per le imprese. Diciamo, però, che quello che ci determina sono la tenacia e la chiarezza degli obiettivi che vogliamo raggiungere.
E allora parlaci di questi obiettivi
Gli obiettivi sono di cominciare da quest’anno con la GT Pista che abbiamo presentato al MAUTO (Museo Nazionale dell’Automobile di Torino) a dicembre 2021, mentre nel 2022 realizzeremo la versione “stradale” e successivamente proporremo anche la versione full electric con un powertrain che potremmo montare con diverse configurazioni.
Quindi a dicembre c’è stata la presentazione ufficiale del modello che poi schiererete in pista e che sarà proposta anche in versione stradale
Assolutamente sì. Occorre precisare che è il modello GT Pista è configurato nella versione GT4, cioè è stato pensato, studiato, progettato e realizzato in ottica GT4. Potremo partecipare alle competizioni GT4 nel momento in cui potremo accedere all’omologazione. Dal punto di vista tecnico siamo già in regola ma per schierare la GT4 organizzeremo un CUP (monomarca con la GT Pista) nel 2022/2023 per poi poter accedere ai campionati riservati alle GT4 tenuto conto che questa macchina è stata progettata secondo la normativa appendice J del regolamento FIA per quanto riguarda i prototipi CN chiusi. Quindi, per chi volesse personalizzarla, in funzione di gare sprint o endurance, dovrà solo eseguire degli aggiornamenti perché la base è assolutamente coerente con la normativa.
Quindi il nome GT Pista non è casuale…
L’abbiamo chiamata GT Pista perché vogliamo rimarcare la tradizione dell’automotive italiano che è una cosa che ci ispira in cui vogliamo sempre vederci un valore assoluto da evolvere, ovviamente, diciamo in maniera costruttiva. Vorremmo andare avanti ed esportarla. Sotto la pelle c’è tanta tecnologia. Ad esempio, c’è un crash box in stile Formula 1 con il motore portante, abbiamo lanciato la cellula abitativa con sospensione push-road con gli ammortizzatori ancorati alla monoscocca, insomma tutto quello che serve per farti andare forte in sicurezza. La versione stradale sarà disponibile dalla metà dell’anno prossimo quando chiuderemo la procedura omologativa per gli esemplari. Abbiamo scelto, intanto, questo percorso perché i volumi che faremo saranno inizialmente intorno alle 10 unità ma abbiamo l’ambizione, nel 2025, di poter arrivare con le varie varianti pista, stradale elettriche e termiche ad una cinquantina di pezzi. Abbiamo anche l’ambizione di voler esportare il nostro brand e l’italianità all’estero in particolar modo nel mondo asiatico, quindi un progetto inedito e un programma inedito.
Allora non mi resta che augurarti un grosso in bocca al lupo per tutto.
Grazie a te di essere venuto qui a Torino.